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31.Maggio 2020- 05- 2006-Ancora uno sfogo per Al Bano: Se dovesse andare male non me la passerei bene con 1470 euro di pensione

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31.Maggio 2020- 05- 2006

Ancora uno sfogo per Al Bano: "Se dovesse andare male non me la passerei bene con 1470 euro di pensione"

Nuova bordata di Al Bano, che a causa del lockdown non può tornare sul palco e si trova in difficoltà con la sua tenuta agricola; se non dovesse riprendere dovrà "accontentarsi" di 1470 euro di pensione

Nei giorni scorsi hanno destato scalpore le dichiarazioni di Al Bano Carrisi sulla sua attuale situazione economica. Il lockdown e la crisi economica hanno colpito anche il "re" di Cellino San Marco, che non può tornare a esibirsi sul palco e come tanti imprenditori è preoccupato per la sua azienda agricola.

"Ho solo uscite, niente entrate. Limando qua e là, con le giuste accortezze, vado avanti un anno", ha ammesso il cantante al settimanale Diva e Donna qualche giorno fa, prima di fare nuove dichiarazioni all'agenzia di stampa AGI.

"Se le cose continuassero malauguratamente ad andare male e un giorno dovessi vivere di sola pensione non me la passere tanto bene", ha dichiarato Al Bano, che come tutti gli italiani sta vivendo sulla sua pelle gli effetti del lockdown. Oltre agli introiti derivanti dall'attività artistica, attualmente ferma, Al Bano Carrisi gestisce una vasta azienda agricola a Cellino San Marco, dove produce ottimi vini e non solo. Al suo interno ha realizzato anche un hotel e un ristorante, che attualmente non accolgono ancora turisti, come accade nel resto d'Italia. L'immobilità sta destando non poche preoccupazioni ad Al Bano, che ha iniziato a pensare a un futuro diverso, che pare gli dia qualche pensiero a livello economico: "Il mio assegno ammonta a 1470 euro al mese. Fino a qualche mese fa erano soltanto 1370. Non capisco come sia possibile visto che nella mia vita ho sempre versato i contributi, fin da quando ero contadino qui in Puglia e poi metalmeccanico a Milano", ha detto Al Bano Carrisi all'AGI. Parole inaspettate da parte di un gigante della musica italiana famoso in tutto il mondo.

Prima del lockdown, Al Bano aveva concerti programmati in varie parti del pianeta: "In Russia, Romania, Austria, Germania, Spagna, Cina e Australia". Ora il mondo dell'arte e degli eventi è fermo fino a data da destinarsi. Non ci sono le garanzie per una riapertura e non c'è nemmeno un protocollo valido e sicuro per poter pensare a una ripresa degli spettacoli come eravamo abituati a conoscerli. Impossibile anche solo pensare di dare il via libera ai concerti, visti i rischi che ancora possono scaturire dagli assembramenti e si sa che durante gli eventi è impossibile garantire il distanziamento sociale necessario per evitare la diffusione del virus. Al Bano pensa a sé ma anche ai suoi colleghi e ai lavoratori dello spettacolo, che da marzo si trovano senza lavoro e senza prospettive: "Ho calcolato che i miei risparmi mi faranno stare tranquillo per due anni. Se sono in difficoltà io, figuriamoci gli altri".

In questa logica di pensiero si inserisce il gesto eclatante di Sandra Milo di pochi giorni fa, quando l'attrice, estenuata dalla situazione, ha deciso di incatenarsi in Piazza Colonna davanti a Palazzo Chigi. Una manifestazione plateale che ha raggiunto il suo scopo, tanto che l'attrice è stata ricevuta da Giuseppe Conte. Un gesto, quello della Milo, che incontra il favore di Al Bano: "Accedere alle stanze del potere dovrebbe essere più semplice, io per ora non ho in mente di incatenarmi, ma se ce ne fosse bisogno non mi tirerei indietro". Il 15 giugno il governo ha dato il via libera alla riapertura per gli eventi con un tetto massimo di 200 spettatori al chiuso e 1000 all'aperto, numeri inconcepibili per Al Bano: "Non riuscirei a coprire nemmeno le spese per i tecnici". Con gli introiti derivanti dalla sua arte, Al Bano manda avanti la sua tenuta agricola e paga le spese dei 50 dipendenti. Attualmente l'unica fonte di reddito di Al Bano sono i suoi vini, che da qualche tempo trovano spazio anche nei supermercati, dove sembra siano molto apprezzati.

Il 20 giugno riapriranno le strutture ricettive di Al Bano, che non era favorevole all'iniziativa intrapresa dai suoi dipendenti a causa delle norme che, secondo lui, non permetterebbero di garantire l'accoglienza tipica per la quale l'Italia è famosa: "I miei dipendenti hanno insistito, si sono organizzati in una cooperativa e li gestiranno loro, a me andrà solo una percentuale". Nonostante il lockdown, Al Bano si è comunque fatto un regalo in questi mesi, acquistando altri due ettari di terreno per la sua tenuta. "Metà li dedicherò alla vigna, metà alla semina", ha detto il cantante di Cellino San Marco, le cui proprietà terriere adesso si estendono per ben 152 ettari.

31/05/2020