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08-DICEMBRE -2018- 02-1088-Germania, è Annegret Kramp-Karrenbauer la nuova leader Cdu

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08-DICEMBRE -2018- 02-1088-

Germania, è Annegret Kramp-Karrenbauer la nuova leader Cdu

La segretaria del partito sconfigge il pupillo di Schäuble Friedrich Merz: sarà lei a succedere a Merkel, in nome della continuità

AMBURGO - Annegret Kramp-Karrenbauer è la nuova presidente della Cdu. Sarà lei a guidare l'ultima grande Volkspartei, l'ultimo partito di massa in Europa - negli ultimi sondaggi è tornato al 30% - nella difficile era post-Merkel dei populismi e dell'insorgenza delle destre. AKK ha battuto con quasi il 52% il concorrente Friedrich Merz. Al ballottaggio la segretaria generale del partito ed ex governatrice della Saar era arrivata con il 45% dei voti, battendo al primo turno di sei punti il lobbyista di Blackrock. Terzo con il 15% dei voti, il ministro della Sanità Jens Spahn.

Il cuore del discorso con cui Friedrich Merz si era candidato alla guida della Cdu non stava nella rassicurazione che "il governo e il parlamento sono eletti fino al 2021", la rassicurazione insomma che se fosse stato eletto presidente della Cdu, la coabitazione con Angela Merkel sarebbe pacifica e il governo non sarebbe caduto. Era questo, infatti, il timore che attraversa le file dei 1001 delegati.

Molti delegati ragionano come il parlamentare Fritz Guentzler: "con la testa voterei per Merz, anche per le sue competenze economiche. Ma strategicamente sarebbe più saggio votare Annegret Kramp-Karrenbauer". La Cdu è stanca di conflitti, vuole una navigazione tranquilla del Merkel IV. Anche per questo ha scelto Kramp-Karrenbauer. Ma in una frase successiva della relazione, in modo molto più sottile, Merz aveva promesso invece il contrario.

I "nostri veri avversari", aveva scandito nella plenaria della fiera di Amburgo, sono "Spd, Verdi e Fdp". Merz prometteva il ritorno di "dibattito politico" e di "posizioni chiare" nella Cdu, senza le quali il lobbyista di Blackrock è intimamente convinto che non si possano riconquistare voti. Vuol dire che con lui la Cdu si sarebbe spostata talmente a destra e avrebbe litigato talmente spesso con il partner di governo, già sofferentissimo nei sondaggi anche per la convivenza nella Grande coalizione, finché la Spd non avrebbe staccato la spina? Chissà. La suggestione è sembrata questa.

Il rivale e la fedelissima: per il dopo Merkel nella Cdu è sfida all'ultimo voto

dalla nostra corrispondente TONIA MASTROBUONI Per il resto, l'attacco a Merkel non sarebbe potuto essere più esplicito: "la smobilitazione asimmetrica", la tendenza della cancelliera a non prendere posizione su nulla, "ha fatto il suo tempo", ha sibilato ai mille delegati. La politica "si sta polarizzando". E "per me è insopportabile", ha gridato quasi, tra gli applausi della platea, "che non riusciamo a riconquistare i voti andati all'Afd".

Molto meno aggressiva, molto più in continuità con Merkel, la relazione di Annegret Kramp-Karrenbauer. Giacca a quadretti bianca e nera, la segretaria generale della Cdu ha dedicato un passaggio anche al fatto che la chiamino "mini"-Merkel o "copia" della cancelliera: "io so solo che ho cresciuto tre figli e so quanto è difficile conciliare maternità e lavoro". In diciotto anni di carriera politica - che AKK rivendica anche per sottolineare la differenza con Merz che ne ha passati dieci a guadagnare montagne di soldi nel privato - "ho servito i cittadini". E, ha aggiunto, "ho imparato anche cosa vuol dire guidare" un partito, "e che la forza interiore è più importante del volume esteriore". La vera continuità con Merkel sta nei frequenti appelli all'unità: "non c'è una Cdu dell'economia o dei lavoratori, dell'est o dell'ovest: siamo l'ultima grande Volkspartei, l'ultimo partito di massa in Europa. E nessuno di noi tre candidati significherà 'il tramonto' del partito, come ha scritto un commentatore".

Il terzo candidato alla successione di Merkel, Jens Spahn, classe 1985, ha confessato che molti gli avevano chiesto di ritirarsi, di essere paziente e aspettare il suo turno. "Mi chiedo dove saremmo se Kohl fosse stato meno impaziente, ci sarebbe stata la Riunificazione?". Il suo motto centrale, "basta con 'avanti così', ma non voglio neanche un ritorno al passato".

08/12/2018