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30-Giugno -2018- 002 – 1046-Migranti, ecco come la Merkel ha aggirato l’Europa e l’Italia

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30-Giugno -2018- 002 – 1046-

Migranti, ecco come la Merkel

ha aggirato l’Europa e l’Italia

Sembra proprio che l’Unione europea, a questo punto, non interessi più a nessuno. Nemmeno alla Germania, che di questa Unione continua a essere il nucleo fondamentale e che ha sempre utilizzato per promuovere la propria agenda politica. E la questione migranti, che sembra essere un baratro da cui l’Europa rischia di non uscire più come prima, è la prova che anche Angela Merkel pensa a superare l’Ue, aggirandola con accordi con i singoli Stati.

In queste ore è stato reso noto dall’agenzia tedesca Dpa un accordo siglato dalla Germania con 14 Paesi allo scopo di velocizzare i rimpatri dei migranti secondari. Il contenuto dell’accordo è contenuto in una lettera di otto pagine inviata dalla Merkel ai partiti che formano il suo governo.

Il ministro dell’Interno, Horst Seehofer, leader del partito della destra bavarese e ago della bilancia di questo esecutivo, era stato chiaro. O la cancelliera trovava un accordo entro il 30 giugno oppure avrebbe avviato i respingimenti al confine provocando una crisi di governo che avrebbe condotto Berlino a nuova elezioni.

Angela Merkel l’accordo l’ha trovato. Ma non nell’ambito del Consiglio europeo, ma in via bilaterale. Ha chiamato uno a uno i leader di 14 Paesi, amici ma anche (pare) “ribelli” del Gruppo Visegrad. Come scrive Avvenire, “nella lista dei Paesi pronti a firmare ci sono anche i Paesi del blocco orientale, tra cui Ungheria, Polonia e Repubblica ceca, oltre a Belgio, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Lituania, Lettonia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo e Svezia”. E tutti hanno concordato sul ritorno dei migranti registrati in quegli Stati. Una vittoria per la Merkel, una vittoria soprattutto per Seehofer ma una vera beffa per l’unione europea e per l’importanza delle sue strutture.

È il famoso “gruppo dei volenterosi” in cui però, casualmente, non risulta l’Italia, che esce da questo Consiglio europeo con un’unica certezza: in Europa non abbiamo Stati che si interessino dei nostri problemi. Ed è per questo che dobbiamo comportarci di conseguenza.

Ma è un gruppo di volonterosi che lascia anche dei dubbi su cosa significhi effettivamente questa Unione europea. Che la stessa Angela Merkel sembra aver definitivamente messo in soffitta per dedicarsi a una nuova costruzione fatta di accordi bilaterali. Altro che sogno europeo e soluzioni condivise. L’idea di Berlino sembra essere un’altra: quella di trovare il massimo risultato facendo pesare la propria forza sul singolo rapporto bilaterale piuttosto che il proprio peso all’interno di un’alleanza (o presunta tale) di 27 Paesi.

L’Unione europea non è più a trazione tedesca? No, semmai è la stessa locomotiva germanica a iniziare a sganciare le carrozze, desiderosa di svincolarsi dai doveri di far parte di un sistema in cui non esistono, almeno in teoria, Paesi che contano di più. E questo Consiglio è la prova che dietro la fragile struttura unitaria si nasconde in realtà un’ipocrisia di fondo. Questa Unione serviva finché interessava a chi ne deteneva il controllo. Ora che non sembra più fondamentale, Berlino va per la sua strada.

E l’accordo della Germania con i 14 “volenterosi” è proprio in questa direzione. Se non si può ottenere quanto desiderato in sede comunitaria, si punta agli accordi bilaterali, di fatto svuotando le strutture dell’Ue di significato. Non c’è più un’idea inclusiva, non c’è l’idea che gli altri Paesi possano effettivamente contare qualcosa.

Altro che sovranisti, populisti o movimenti euroscettici finanziati da altre potenze. Se l’Europa si sta arenando nelle secche della rotta dei migranti è proprio perché questa Unione, allo stato attuale, è un castello costruito ad hoc da chi pensava di poterne controllare l’esistenza. L’Unione europea germanocentrica sta finendo non per colpa di chi vuole la fine dell’Ue, ma soprattutto per colpa dei centri di potere che volevano costruire l’Unione europea intorno alle istanze tedesche. Il problema è che è la stessa Germania, adesso, a pensare di farne a meno.

La smentita di Ungheria e Repubblica Ceca

In queste ore sono arrivate le smentite dell’accordo da parte di Repubblica Ceca e Ungheria, da sempre paladine del gruppo Visegrad. “Questa notizia allarmante è un’assurdità”, ha detto il premier della Repubblica Ceca, Anderj Babis, durante la sua visita in Francia, aggiungendo: “la Germania non si è rivolta a noi e in questo momento non firmerei un accordo del genere”.

Della stessa idea, il portavoce del governo ungherese, Zoltan Kovacs: “Un accordo del genere non è stato raggiunto”. E adesso i dubbi aumentano. Dal governo tedesco non filtrano però smentite su questo accordo. E del resto, come spiegato dal Sueddeutsce Zeitung, l’accordo parla di richiedenti asilo registrati in quegli Stati ma “praticamente non ci sono richiedenti asilo che effettuino il primo ingresso in Ue in questi Paesi”.

30/06/2018