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16. NOVEMBRE -2017- 002- 923-La Boldrini fa la campagna a spese dei contribuenti

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16. NOVEMBRE -2017- 002- 923-

La Boldrini fa la campagna a spese dei contribuenti

Un convegno con 1.200 invitate e rimborsi spese da 50 euro a testa. E ieri ha incontrato (con distacco) Fassino

Il 25 novembre aprirò l'Aula di Montecitorio alle #donne». L'annuncio, con tanto di hashtag #donne, è stato twittato da Laura Bodrini a inizio ottobre.

Da mesi, la presidente della Camera sta alacremente lavorando per organizzare l'appuntamento - in occasione della Giornata mondiale contro la violenza - e col passare del tempo l'affare si è ingrossato: se ad ottobre, intervenendo ad «Un giorno da pecora», Boldrini aveva annunciato 600 partecipanti, ora si parla del doppio: 1200 invitate. Tanto che, visto che l'aula di Montecitorio non basta a contenerle, si attrezzeranno una serie di sale con maxi-schermi perché tutte le partecipanti possano seguire in diretta l'evento.

Con una spesa non indifferente per la Camera dei deputati, visto che alle associazioni coinvolte (dalla rete dei Centri antiviolenza al Telefono rosa alle organizzazioni femminili dei sindacati a molte altre sigle), cui è stato chiesto di fornire ciascuna un elenco di partecipanti, è stato promesso il rimborso delle spese sostenute per portarle a Roma. La cifra ipotizzata al tavolo organizzativo è di 50 euro a testa, ma c'è chi fa notare che spostarsi dalla Sicilia o da Bolzano costerà assai di più. In ogni caso, agli enti coinvolti è stato chiesto di presentare il conto finale al Banco di Napoli della Camera.

Col crescere dei numeri sono cresciuti però anche i malumori. Anche perché nel frattempo la presidente della Camera si è buttata nell'arena politica e - al pari del suo alter ego (come direbbe Gigino Di Maio) del Senato, Pietro Grasso, che infatti descrivono infuriato per l'inaspettata concorrenza - ha lanciato la propria candidatura alla leadership della impalpabile sinistra italica. Insomma, in molte delle associazioni e personalità chiamate a raccolta dalla Boldrini si è insinuato un dubbio, che per alcuni è una certezza: «L'evento del 25 novembre serve chiaramente alla Boldrini per inaugurare la sua campagna elettorale», dicono senza giri di parole.

Ma non è l'unico elemento che alimenta il malumore attorno all'appuntamento. Al tavolo organizzativo si sono levate molte obiezioni anche sull'impianto e la scaletta dell'evento: a decidere chi parlerà è stata la stessa Boldrini: la mamma di una ragazza suicida per un video dato in pasto al web, la mamma di una ragazza sfregiata dal fidanzato, e poi lei medesima. «Ha scelto storie tragiche, senza dubbio casi tragici e da denunciare. Ma messa così sembra una sorta di fiera del vittimismo. Invece molte di noi avevano chiesto che venisse data voce anche a donne che ce l'hanno fatta, a storie di riscatto e di successo». Ma niente da fare: la regia è rimasta in mano alla Boldrini che - lamenta chi ha seguito le trattative- «ha costruito tutto l'evento attorno a sé medesima». Con un taglio che non piace neppure a molte figure storiche del femminismo italiano. «Non amo nessun genere di kermesse sulla violenza contro le donne, che certo va denunciata pubblicamente ma non fatta oggetto di esibizione - dice Marina Terragni - Avrei gradito di più se la Boldrini avesse celebrato la giornata del 25 novembre passandola in uno dei Centri antiviolenza dove si affronta concretamente il problema, anzichè organizzando un evento da riflettori».

Intanto, nella sua veste di aspirante leader politica, ieri Laura Boldrini ha incontrato Piero Fassino, cui il segretario del Pd Renzi ha affidato l'ingrato compito di consultare capi e capetti delle formazioni a sinistra dei Dem per capire chi sia disponibile ad un'alleanza. E il suo ufficio stampa fa sapere che la presidente ha «posto con forza alcuni temi»: lavoro, immigrazione, diritti. Manca solo la pace nel mondo.

16/11/2017